Scrivere è scoprire.



Ricordo di non essere mai stata una bambina molto socievole, anzi. La timidezza, l'insicurezza mi facevano sentire perennemente fuori luogo facendo si che mi chiudessi sempre di più in me stessa. Possedevo, però, un'infinita curiosità che mi portava a pormi continue domande sul perché e il per come delle cose. Un'altra delle qualità che ho mantenuto nel tempo è sicuramente l'estrema indipendenza: dall'allacciare le scarpe al prendere il pulmino della scuola da sola. Sì a 6 anni mia madre mi accompagnava alla fermata del pulmino e raggiungevo la scuola cosi, insieme agli altri bambini del vicinato, su un pulmino giallo e all'ora di pranzo tornavo a casa alla stessa maniera. Feci lo stesso anche il primo giorno di scuola, impaurita ma eccitata non curante del fatto che mio padre mi stesse seguendo in macchina per osservarmi da lontano e, se ce ne fosse stata la necessità, "salvarmi" proprio come fanno i supereroi. Ma questa estrema indipendenza unita a timidezza e insicurezza mi portavano a costruire una sorta di scudo protettivo, a creare dentro di me il mio piccolo mondo che in qualche modo doveva trovare una valvola di sfogo. Così, quando riuscì ad acquisire una capacità di scrittura adeguata, cominciai a riversare tutti quei pensieri che mi frullavano continuamente nella mente su carta: pagine e pagine di appunti, parole, idee che prendevano forma attraverso un'azione semplice come scrivere. 

Uno dei momenti più emozionanti che ricordo di aver vissuto da ragazzina è il giorno in cui mi regalarono uno di quei diari segreti con il lucchetto a forma di cuore: con quel diario i miei segreti sarebbero rimasti tali. Scrivere era per me, nei momenti di insicurezza e di sconforto che solo gli adolescenti sanno vivere con quell'intensità, una medicina, la mia cura. Qualunque cosa mi passasse per la testa la scrittura la faceva diventare reale, concreta e mi dava l'input per analizzarla e, molto spesso, per comprendere cosa c'era al di là. Questa sorta di "terapia" mi ha aiutata non solo a comprendere chi ero e cosa potevo fare per me stessa ma mi ha resa più sicura di me anche nel rapporto con gli altri, nell' aprirmi al mondo.

Scrivere, analizzare ciò che di astratto fluttua nella tua mente, ti da modo di vedere tutto attraverso lo scorrere della penna sul foglio, di mettere nero su bianco il tema principale, pro e contro. Ma soprattutto buttare fuori tutto quanto, sfruttando un semplice pezzo di carta, ti permette di sfogarti senza dover contare sulla presenza costante di qualcuno. Ovviamente la vicinanza di un amico o di una persona cara scalda il cuore, ti fa sentire di non essere solo, di poter contare su qualcuno. Ma durante il tuo personale percorso di crescita e di conoscenza reale di te è indispensabile sapere e vedere in concreto che il miglior amico di te stesso sei proprio tu e tramutare pensieri e paure in parole scritte ti da modo di fare questo in maniera tangibile. 

Molto spesso non abbiamo la consapevolezza del fatto che le soluzioni ai nostri problemi possano essere li, a portata di mano, dentro di noi. Scrivere è come scavare giorno dopo una buca sulla spiaggia, piano piano. Scavando e scavando dopo la sabbia fine e arsa dal sole troviamo quella umida, poi la troviamo bagnata, poi zuppa e infine arriviamo all’acqua. Ecco scrivere ci aiuta a fare questo: riflettere, prendere visione di ciò che davvero abbiamo dentro di noi e piano piano arrivare alla soluzione.

Se non avete mai provato a farlo questo è il momento giusto: correte a comprare un bel quaderno, del colore che più vi piace, a righe o quadretti, come preferite e cominciate a scrivere. Le prime volte farete un po' fatica, vi sembrerà strano, forse ridicolo ma poi vedrete che le parole usciranno da sole, vi sentirete un fiume in piena e il peso che sentite dentro andrà pian piano ad affievolirsi. Giorno dopo giorno il momento della scrittura diventerà, come lo è stato per me, un vero e proprio momento di autoanalisi, un'esigenza, un tramutare in parole ciò che di positivo o negativo trova rifugio nei vostri pensieri.

La parola è il dono più grande che l’essere umano ha anche se spesso non la utilizza al meglio ma la parola scritta acquista un valore, un significato inimmaginabile, soprattutto se  ogni parola passa dalla mente per arrivare dritta all'anima.

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